La ricerca del bene è uno dei temi trattati nel corso
dell'intervista concessa da Papa Francesco ad Eugenio Scalfari, giornalista di
Repubblica (vedi questo link).
Sostiene il Papa: “La questione, per chi non crede in
Dio, sta nell'obbedire alla propria coscienza. Il peccato, anche per chi
non ha la fede, c'è quando si va contro la coscienza. Ascoltare e obbedire ad
essa significa, infatti, decidersi di fronte a ciò che viene percepito come bene o come male. E su questa
decisione si gioca la bontà o la
malvagità del nostro agire.” Sono rimasto molto perplesso nel vedere convalidati i comportamenti delle
persone (e per estensione dei popoli) sulla base della sola "percezione
del bene". Così facendo: l'ignoranza, le tradizioni, le sottoculture, le superstizioni, le
suggestioni, gli indottrinamenti, le innumerevoli forme di auto-convincimento,
sia a livello individuale, che di gruppo (dalle più piccole sette, ai più importanti movimenti politici, religiosi, etnici) consentono di collocare un individuo tra i “buoni” solo che egli si ritenga in buona fede e “percepisca” il proprio agire “come bene”. Temo che
in questo modo sia possibile giustificare ogni obbrobrio! È lecito supporre che il Papa intendesse giustificare chi non si è ancora incamminato lungo il percorso tracciato da Gesù:
“Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene
al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14,6) e quindi, nel limbo di questa attesa, gli vada riconosciuta un'attenuante: "Padre, perdonali,
perché non sanno quello che fanno" (Lc 23,34)? Su questo punto
mi sento tuttavia di condividere l’opinione di Scalfari: “In un regime di libertà e di democrazia
convivono diverse visioni del bene comune, che si confrontano e si scontrano
tra loro. Chi ottiene la maggioranza dei consensi e quindi l'egemonia, cerca di
realizzare la sua visione del bene comune.” E alla domanda,
di rinforzo: “Santità, esiste una visione del Bene
unica? E chi la stabilisce? ” il Papa risponde: “Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e
anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa
sia il Bene”.
Mi domando allora se anche il kamikaze che si fa saltare tra i banchi di una scuola
elementare, o quelli di un mercato rionale, andrebbe incitato a procedere verso
quello che lui pensa sia il Bene. Di fronte all'insistenza del giornalista: “Santità, lei aveva detto che la coscienza è autonoma e ognuno deve
obbedire alla propria coscienza” il Papa non ha tentennamenti: "E qui lo
ripeto. Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li
concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo".
A questo punto non ho altro da aggiungere. Gianpietro