6 maggio 2012
Principi e strategie della decrescita: le otto R
Parlando di decrescita, il passo successivo sarà
identificare i principi e le strategie a cui si devono ispirare i comportamenti
individuali, in particolare quelli di acquisto e di consumo e quelli collettivi
nel suo complesso. Vengono di solito riassunti in modo schematico nelle
cosiddette “otto R”: ridurre, riutilizzare, riciclare, rivalutare,
riconcettualizzare, ristrutturare, ridistribuire, rilocalizzare. Quanto portiamo queste strategie nel quotidiano della nostra
esperienza, dobbiamo sempre tenere presente le due caratteristiche comuni: il
dono e la scelta libera e gioiosa. Tradotte significano ad esempio contrastare la
delocalizzazione, guidata da considerazioni esclusivamente economiche legate al
vantaggio competitivo: il costo inferiore dei fattori di produzione, in
particolare del lavoro e recuperare la dimensione locale della produzione:
filiere locali o “corte”, finanziamenti alle imprese locali e del consumo:
consumo “a Km 0”, G.a.s.-Gruppi di acquisto solidale, di cui abbiamo già
parlato. Significa progettare beni che durano nel tempo e che non siano
programmati per una obsolescenza rapida nell’ottica del consumo. Significa
recuperare e rivalutare l’esistente e non desiderare ciò che è nuovo solo
perché è nuovo. Significa ridurre per esempio l’accelerazione. Jean Robert e
Dupuy svolsero un’analisi approfondita sul sistema automobilistico e arrivarono
ad affermare che, al di là di una certa soglia, oggi ampiamente superata, nei
grandi agglomerati urbani la moltiplicazione dei veicoli avvantaggia
decisamente il pedone e il ciclista. Ma osserva Dupuy che l’alternativa
radicale ai trasporti attuali: “non sono trasporti meno inquinanti, meno
rumorosi e più rapidi; è una drastica riduzione della loro impronta nella
nostra vita quotidiana.”. ”Gli utenti – scriveva già Illich – spezzeranno le
catene del trasporto superpotente quando cominceranno di nuovo ad amare come un
territorio il loro circondario e a temere di allontanarsene troppo spesso. […]
Come compenso, si avrebbe il ritorno al senso del luogo di vita, che è un
elemento strategico del programma della decrescita.” Non c’è comunque teoria buona che non cominci dal quotidiano: da noi, dalla
nostra famiglia, dalla nostra casa.
Proprio ieri sera, sentivo Luca Mercalli, un nucleare cosiddetto di quinta
generazione, che in una trasmissione televisiva consigliava di approfittare di
questa estate per cominciare a sbarazzarci del superfluo, dedicando tempo e
risorse a tutto ciò che rende confortevole la nostra casa, riscaldamento e
altro, limitando il consumo di energia, coltivando l’orto, chi ha la fortuna di
averlo, curando l’igiene e la salute del nostro corpo, pensando, infine, che poi, di tutto il resto, si può anche fare senza. E a questo elenco di cose che si
possono fare durante l’estate, evitando la dispersione e la passività che prende
alcuni, aggiungo anche “rivalutare” l’ascolto dell’altro, chiunque esso sia,
perché questo non può che far crescere e dare respiro alla nostra dimensione
interiore. Cristina
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