31 marzo 2008

Il testamento biologico

Negli ultimi tempi si parla molto di testamento biologico e un certo buon senso mi dice che si tratta di una cosa davvero importante e necessaria. Ma se provo a domandarmi quando, secondo me, incomincia e finisce la vita, scopro che non sono certa di saperlo. Un giorno, commentando con la persona da cui vado per il servizio EmmauS la vicenda di un noto personaggio, arrivato ormai alla fine dei suoi giorni, e gli sforzi che i medici facevano per salvarlo, io dissi che, in quelle condizioni, certamente avrei preferito morire. A quella frase, per me così scontata buttata lì con poca delicatezza, lei reagì dicendo: “Quando si è sani, se ne dicono di cose” . Presi coscienza, in quel momento, di quella vita concentrata quotidianamente nello sforzo di riuscire a respirare in modo autonomo, di tutti gli esercizi che facevamo insieme unicamente per quello scopo, una vita che per lei non era poi tanto diversa da quella di chi si allena tutti i giorni per scalare gli 8 mila metri senza ossigeno.
Rabbì Johanan disse: Tre chiavi il Santo, il Signore - benedetto egli sia - ha tenuto nelle Sue mani e non le affidate alla mano di nessun altro inviato: la chiave della pioggia, la chiave della nascita e la chiave della risurrezione dei morti”. Dalla raccolta del Talmud.
Cristina

30 marzo 2008

Camminare insieme

E’ domenica mattina e sto svolgendo il servizio EmmauS. Ricordo la prima volta che venni in questa casa, diversi anni fa, e il servizio che mi veniva richiesto, presso una malata in fase cronica irreversibile, mi sembrò una cosa impossibile per la lentezza e il silenzio nel quale dovevo svolgere questo compito. Il tempo non passava mai e per me, abituata a rispondere con successo ai ritmi frenetici del mio lavoro, era davvero un cambiamento troppo grande. Telefonai alla mia referente e dissi che non potevo farcela, e lei mi rispose che se non andavo io non sarebbe andato nessuno, perché, al momento, non c’era nessuno disponibile. Allora ci riprovai e dalla seconda volta in poi andò tutto bene, e man mano riuscivo ad adattarmi a quei ritmi così lenti e silenziosi sentivo una grande pace nel cuore. C’è un proverbio africano che dice: “Se vuoi arrivare primo, corri da solo. Se vuoi andare lontano, cammina insieme”. Cristina

28 marzo 2008

Per avere la vita

Ieri sera ho partecipato a una liturgia pasquale concelebrata da don Giuseppe Dossetti, perché ormai da tre anni seguo i suoi corsi e quest’anno, per la prima volta, ho deciso di seguire tutte queste celebrazioni del periodo pasquale, per cercare di capire un po’ meglio questa cosa della risurrezione che comincia già in questa vita, argomento sul quale insistono molto tutte le persone che, in qualche modo, stanno contribuendo alla mia formazione spirituale. Sullo stesso argomento si è pronunciato più volte anche don Giovanni Nicolini, un sacerdote molto vicino a EmmauS, soprattutto agli inizi. Parlando di un suo pellegrinaggio a Santiago di Compostela, l’estate scorsa, dice di essere passato vicino a una croce antica che porta il corpo del Signore Crocifisso, ma ha, sul lato opposto, una donna che ha un bambino dentro al suo grembo, che è un segno per dire che da Gesù in poi la morte diventa il grembo della vita. Con questo pensiero dice che se anche noi osserviamo tutta la nostra vita, possiamo ricordare quante persone, dopo le nostre mamme, ci hanno “dato la vita”, facendoci del bene, insegnandoci delle cose, consolandoci e piangendo con noi. Se pensiamo quindi alla vita nostra e degli altri e a questa possibilità che abbiamo di essere una fonte di vita, la morte quando arriverà non troverà niente, perché saremo del tutto spesi. Avremo dato la vita e quando le cose stanno così, si potrà persino morire ‘volentieri’. Io sono ancora un po' lontana da questo modo di vedere le cose, ma mi sembra comunque una prospettiva molto interessante su cui riflettere e da cui partire per cominciare a vivere in quel modo diverso, che il pensiero cristiano definisce 'vivere da risorti'. Cristina

27 marzo 2008

Noi ci impegniamo...

Oggi vi voglio dedicare questa poesia di Don Primo Mazzolari che per me è come un faro che illumina il cammino del servizio.
Noi ci impegniamo
Ci impegniamo noi, e non gli altri;
unicamente noi, e non gli altri;
né chi sta in alto, né chi sta in basso;
né chi crede, né chi non crede.
Ci impegniamo, senza pretendere che gli altri si impegnino,
con noi o per conto loro,
con noi o in altro modo.
Ci impegniamo senza giudicare chi non s’impegna,
senza accusare chi non s’impegna,
senza condannare chi non s’impegna,
senza cercare perché non s’impegna.
Il mondo si muove se noi ci muoviamo,
si muta se noi mutiamo,
si fa nuovo se qualcuno si fa nuova creatura.
La primavera incomincia con il primo fiore,
la notte con la prima stella,
il fiume con la prima goccia d’acqua
l’amore col primo pegno.
Ci impegniamo perché noi crediamo nell’amore,
la sola certezza che non teme confronti,
la sola che basta a impegnarci perpetuamente.
Cristina

26 marzo 2008

Primo post

Sono una volontaria di EmmauS da quasi dieci anni, ma per una serie di ragioni i miei contatti con l'associazione sono pressochè inesistenti. Sono quindi molto contenta che ci sia questo strumento di comunicazione. Ho sentito da voi e da altri volontari che c'è stato questo corso di scrittura, mi dispiace molto di averlo perso, ma spero che prima o poi verrà riproposto. La persona di cui mi sto occupando per EmmauS è, come del resto quasi tutte queste situazioni, un po' complessa e alcuni volontari dopo un po' si sono dileguati. Mi ricordo che alcuni si lamentavano di ricevere poca assistenza dalla associazione, ma per quanto mi riguarda almeno, penso sia quasi sempre responsabilità nostra. Io la seguo ormai da otto anni e fino adesso è andato tutto piuttosto bene. E' un servizio difficile perché occorre imparare soprattutto ad ascoltare, perchè non ha quasi voce e si lamenta molto delle persone che, trovando il silenzio imbarazzante, si mettono a parlare di tutto, soprattutto dei loro casi personali, che invece a questa persona non interessano tanto, perché nella malattia il mondo tende a restringersi. La comunicazione invece 'non verbale' è continua e questo richiede moltissima attenzione: non ci si puo' distrarre molto a lungo. Adesso devo rimettermi al lavoro nel quale durante la settimana sono impegnata e al servizio posso dedicare solo il week end, ma volevo subito inaugurare questo blog. Ciao a tutti e a presto. Cristina