16 febbraio 2012

La comprensione

Sappiamo bene che non possiamo fare a meno dell’amore e che dall’amore nascono la vita e la gioia di viverla, ma spesso ci troviamo in difficoltà quando vogliamo cercare di capire di che cosa sia fatto. L’amore è un assoluto, emanazione del divino, e credo che per questo dobbiamo accontentarci di un avvicinamento per approssimazione, per cui tutta la nostra vita non può che essere un cammino verso questo assoluto, che ci unisce al tutto, mettendo in conto cadute e regressioni per il nostro egoismo, qualità questa pure necessaria alla sopravvivenza, a patto di non superare i limiti necessari. Tornando a una definizione dell’amore, io penso che, anche se non siamo capaci di definirlo, perché, essendo un assoluto, trascende la ristrettezza delle nostre categorie umane, possiamo però arrivare, almeno, a descriverne le qualità. La qualità principale è per me la comprensione. La definizione che ho trovato sul mio dizionario di questa parola, però, non mi soddisfa, perché dice, tra i diversi significati, che è la capacità di intendere e giustificare sul piano pratico o di afferrare e valutare una cosa sul piano intellettivo. Io penso che sia qualcosa di più e che riguardi soprattutto una sfera superiore a quella intellettiva, dove ha sede l’intuizione. D’altra parte, se deve essere una qualità dell’amore, non può che essere spirituale. Sviluppata, invece, a un livello più basso, ci porta a giustificare il comportamento dell’altro, ma una simile comprensione non può che continuare a portare l’altro verso il basso, reiterando un eventuale comportamento sbagliato. Prendiamo, per esempio, la comprensione di una madre per un figlio che perde continuamente il lavoro, che si droga e procura guai a tutta la famiglia. La comprensione, in questo caso, dovrebbe essere un trampolino di lancio per il giovane che, seppure a fatica, acquisisce un senso di responsabilità tale, e non solo per sé, ma anche per gli altri, che gli stanno intorno, che lo spinge a rigenerare tutta quanta la sua vita. Se, invece, è una comprensione che si limita a giustificare il suo comportamento, non riuscirà mai a trovare in se stesso la creatività e le risorse per cambiare. Così penso che sia tra due innamorati. Si dice, a volte, che l’amore sia cieco. Credo, al contrario, che l’amore possa essere veggente e lungimirante e, anche in questo caso, la comprensione non dovrebbe giustificare un comportamento egoistico dell’altro, ma dovrebbe essere la fiamma che incendia il cuore dell’altro e lo porta, spontaneamente, a volere il bene della persona che ama. Un altro aspetto, a mio avviso, fuorviante della comprensione, oltre alla giustificazione di un comportamento sbagliato, è il consiglio. Si pensa di capire l’altro e per questo gli si offre un progetto di vita pre confezionato, sulla base del nostro: la vera comprensione, invece, è generosa e disinteressata, e lascia sempre libero chi la dà e chi la riceve. Cristina

8 commenti:

Paolo ha detto...

In ogni individuo ci sono delle qualità spirituali, la più elevata delle quali è l’amore che è proprio il motore del mondo. E questo non deve sorprendere nè stupire , e la stessa psicologia umanistica e transpersonale parla di qualità transpersonali, che sono cioè al di là della nostra personalità e si trovano su un piano superiore. Sono presenti in ogni individuo, anche se forse non ne siamo consapevoli, e l’esistenza finisce per risolversi in buona sostanza in un cammino che tende all’acquisizione di un grado sempre superiore di consapevolezza.
Cristina giustamente pone l’amore al vertice di queste qualità, ma ancora più giustamente osserva che non può esservi amore se non è preceduto dalla comprensione, che ne è appunto il presupposto .
Comprendere non significa “ capire “ . Capire è soprattutto un fatto mentale perché si capisce con l’intelletto, mentre comprendere vuol dire proprio nel suo significato etimologico ( cum-prehendere ) “ prendere con “ , cioè contenere, abbracciare l’altro in tutta la sua interezza. E’chiaro che questo atteggiamento esclude per sua natura il giudizio e il consiglio che tendono a ridurre l’altra persona al nostro modo di vedere e di pensare, e si pongono paradossalmente in contrasto con la stessa comprensione. Ma comprendere non significa neppure giustificare, perché si può anche non essere d’accordo con il comportamento dell’altro, e circondare ugualmente il nostro prossimo di tutte le attenzioni e l’affetto che comunque merita.
La definizione più bella della comprensione, secondo me, rimane comunque quella che è emersa una volta in un gruppo di meditazione al quale partecipavo , e che si riassume nel fatto che “ comprendere è possedere la chiave del cuore dell’altro “. Un entrare nel cuore dell’altro che fa bene a chi lo riceve, ma che gratifica anche tanto chi dà.
Grazie, Cristina, per questi bei post che spingono alla riflessione :)

Cristina ha detto...

Grazie a te, Paolo, per questa bella definizione della comprensione. Possedere la chiave del cuore dell'altro è una espressione molto significativa, perché non vuole dire possedere l'altro, ma la chiave nascosta della porta del cuore che permette di entrare nella coscienza dell'altro e accoglierlo nella nostra. La differenza, rispetto al giudizio, che è per sua natura unilaterale, sta, dunque, nella reciprocità della comprensione, che è vicendevole.

Maria Maddalena ha detto...

Amore è... semplicemente donarsi.

Mamma mia quanto siete complicati!!

:))

Cristina ha detto...

Attenta perché potrei anche scrivere un post sulla semplicità.:))

Maria Maddalena ha detto...

^^'

... non se ne esce più!! ahahah!!!

AIUTOOOOOOOOOOOO!!!!

Cristina ha detto...

E non dire poi che non ti avevo avvertito.:)

Gianpietro ha detto...

Alle vostre definizioni, aggiungo la mia. Nell'amore, comprendere è una mano tesa, un ponte lanciato nel vuoto, che non pretende di concludere il proprio arco su qualcosa di stabile. E' una disponibilità che l'altro può cogliere come rifiutare, in piena libertà. E' un dono, come dice Maria Maddalena, che si porge e nel farlo ci si deve staccare, non ci appartiene più. Come il dono, è gratis. Il comprendere non deve aspettarsi di essere compreso. Gianpietro

Cristina ha detto...

Colgo questa occasione, guardando la bella immagine che Gianpietro ha aggiunto a questo post, per ringraziarlo per la cura che mette nella selezione delle immagini, sempre significative e mai scontate, tanto che finiscono per diventare, esse stesse, un commento al testo scritto.