23 dicembre 2008

Esageruma nenta

Nel suo ultimo libro “Il pane di ieri”, Enzo Bianchi ricorda l'aspra concretezza della vita contadina da cui proviene e le lezioni e gli insegnamenti che lo hanno plasmato. Per l’età, mio fratello maggiore ha vissuto gli stessi anni difficili di una società povera, che usciva dalla guerra e affrontava il cambiamento, quando l’università, per chi veniva da una famiglia modesta come la nostra, era accessibile solo con borse di studio e presalari, e a patto di restare sempre in pari con gli esami. Nel libro di Enzo Bianchi, ritrovo la stessa sapienza, povera e ruvida, che ha sempre guidato anche la mia famiglia, che io però ho sempre contestato, trovandola priva di tenerezza. In particolare, mi ha colpito una frase, che lui dice faceva parte del lessico familiare di quella società contadina del Monferrato: Esageruma nenta che significa “Non esageriamo”, secco invito al ridimensionamento, atteggiamento di cui la società di oggi è particolarmente carente. Anni fa, dopo una vita tutto sommato facile, in cui tutto era sempre andato abbastanza bene, ebbi un anno disgraziato, tra malattie e tutto il resto, in cui venni sottoposta a quattro interventi, uno più doloroso dell’altro. Esasperata dalle malattie e dalle convalescenze, decisi di concedermi quella che avrebbe dovuto essere una lunga vacanza in Messico, ma dopo soli cinque giorni ebbi un gravissimo incidente, con l’auto presa a noleggio, e finii di nuovo in ospedale. Venni rimpatriata, immobilizzata in un gesso, che avrei dovuto tenere per novanta lunghi giorni, in aereo fino a Milano, poi in ambulanza a casa, dove raccontai tutto a mia madre, piangendo. Mia madre sbuffò e, in dialetto, linguaggio che usava quando era arrabbiata, mi chiese se pensavo fosse proprio il caso di piangere, soltanto per una gamba rotta. Io penso che ognuno di noi dovrebbe fare memoria di questo pane di ieri, senza idealizzare il passato, perché, come dice Enzo Bianchi, la miseria difficilmente rende gli uomini migliori, e non bisogna dimenticare che la violenza nella famiglia era ancora più diffusa ieri di oggi, però bisogna tenere conto della cultura da cui veniamo e che, in qualche modo, ci ha formato. Cristina

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