16 aprile 2009

Nulla è impossibile

Mi chiamo Grazia, sono a Reggio Emilia per periodi sempre più lunghi da circa due anni. Risiedo ancora a Matera, ma qui a Reggio e nei dintorni di Parma vivono i miei quattro figli da diversi anni. Esigenze familiari hanno reso necessaria la mia presenza qui, pertanto, fin dall’inizio, ho avvertito il bisogno di rendermi utile nel tempo liberato dagli impegni familiari. Frequentando la parrocchia e soffermandomi a leggere i vari avvisi nelle bacheche della chiesa, ho trovato un invito ad operare nel volontariato domiciliare, dopo avere frequentato un corso di formazione gestito dall’Associazione EmmauS, che mi avrebbe consentito di dare una mano a chi è solo o in difficoltà in modo più corretto e adeguato. Sentivo che questa era la mia vocazione, in quanto, autonomamente, da quando ero in pensione, mi prendevo cura, nel quartiere dove abitavo, di una signora anziana, in difficoltà e sola. L’esperienza del corso di formazione, così ben strutturato e organizzato, è stata un’occasione preziosa di crescita personale, mediante l’acquisizione di strumenti indispensabili nello svolgimento di questo delicato servizio. Ho avuto modo di frequentare il corso con la carissima A. che avevo avuto modo di conoscere, grazie a mia figlia, durante una cena comunitaria nel mio quartiere. In quell’occasione mi aveva colpito la sua solarità e disponibilità che poi, durante il corso, ho potuto apprezzare in modo ancor più tangibile. Nel gennaio 2007 la famiglia, con la nascita della prima nipotina, mi impegnava sempre di più, riducendo il tempo a mia disposizione. A ciò si aggiungeva la mia difficoltà a muovermi su Reggio, essendo senza macchina e temevo pertanto di non essere più in grado di svolgere questo servizio. Ma A., a cui “nulla è impossibile”, mi diceva: “non ti preoccupare, troveremo un servizio adatto a te!” E questo è arrivato. Una mattina mi ha accompagnata a casa di una signora, poco distante dalla mia abitazione, per farmela conoscere e iniziare con lei un rapporto di ascolto e di fiducia. E’ iniziata così la mia prima esperienza in EmmauS. La signora da cui vado ha subito manifestato di gradire la mia compagnia, ma mi ha anche precisato di non avere bisogno di una presenza settimanale costante, ma di sentirci e vederci ogni tanto e di avvisarla telefonicamente prima di andarla a trovare, poiché non sempre è in casa e la mattina rimane a letto fino a tardi. Per me tutto ciò andava bene, stavo vivendo un momento particolare per problemi familiari e queste condizioni non mi avrebbero creato ansia. All’inizio sono andata a trovarla a casa, lei si apriva con me, come anch’io mi aprivo con lei. Prima di lasciarci lei voleva pregare con me per tutte le necessità dei figli e per la sua salute. Dopo qualche mese, un figlio che aveva perso il lavoro, si era trasferito a casa sua e quindi preferiva che io non andassi, così abbiamo incominciato a comunicare per telefono attraverso il quale mi confidava le sue preoccupazioni. Io la incoraggiavo e lei era molto contenta di sentirmi vicina. Poi il figlio ha trovato il lavoro e lei ha riacquistato la sua autonomia e ciò la rendeva più serena. Ci sentiamo sempre, ma telefonicamente. È una sua scelta. Qualche volta ci siamo incontrate per la strada o in chiesa. È sempre lei che mi riconosce e mi viene vicino. Credo di essere una volontaria un po’ anomala. È poco quello che faccio, ma lo faccio con il cuore e nel rispetto delle esigenze e dei bisogni della persona che mi è stata affidata. Ringrazio tutti voi per l’opportunità che mi è stata offerta e, in particolare, A., la mia referente, “una persona speciale” che mi ha sempre sostenuta in questo servizio. Grazia

Nessun commento: