10 settembre 2008

Haiku





“Tornando a vederli/i fiori di ciliegio, la sera,/son divenuti frutti.” (Yosa Buson).
Della cultura giapponese, mi piace più di tutto l’haiku, un componimento breve, di tre righe, diciassette sillabe, privo di titolo, che racchiude tutto l’amore di questa cultura per il minimalismo, l’essenzialità e la compattezza: un verso, un attimo di vita. Mi hanno chiesto di accompagnare fuori, in giardino, un ammalato sulla sedia a rotelle, mentre gli riordinano la stanza. E’ un coetaneo, con il quale giocavo da piccola, e che non ho più rivisto da allora. Ha conservato i lineamenti del viso che aveva da bambino. In mezzo c’è stata tutta una vita, di cui non so nulla, ma che questa sera mi sembra, più che mai, un soffio. Cristina

2 commenti:

Gianpietro ha detto...

Ho avuto occasione di leggere una raccolta di haiku (libro avuto in regalo ed a mia volta regalato). Molti erano oscuri, altri mi lasciavano indifferente, alcuni mi hanno emozionato. Direi che nel complesso sia valsa la regola della casualità. Tra tante frasi può bastare la statistica a dettar legge. Dico questo non per denigrare chi compone haiku, ma ho la sensazione che la traduzione dall’originale, specie per versi così concisi, li svilisca annullando gran parte del loro valore. Non conoscendo il giapponese (l’immagine inserita è la versione dell’haiku da te scelto) mi baso su diverse esperienze di lettura con testo a fronte (francese o inglese). La pronuncia dei termini in lingua originale ha sempre un suono che nessun traduttore, per quanto bravo, sa riprodurre. Quando poi il brano è in rima, o segue una metrica dove cadenza e accenti hanno grande rilevanza, ecco che mi risulta insopportabile procedere nella lettura in italiano. L’haiku ha regole precise ed una di queste è la sillabazione dei tre versi che deve rispettare la sequenza 5 – 7 – 5. Come puoi verificare questa manca totalmente nella versione italiana. Immagino che anche suono, cadenza e accenti non renderebbero giustizia. Nella descrizione (molto bella) dell’incontro con il coetaneo in carrozzina hai inserito gli estremi per un haiku, e quello mi è piaciuto.

tutta la vita
questa sera mi sembra
più che mai soffio

Cristina ha detto...

Grazie per averlo composto. Al di là del valore letterario, che non sono in grado di valutare bene, mi piace la essenzialità di questa espressione. Lo stile italiano è spesso molto verboso, ed io, nei fiumi di parole, spesso mi perdo. Riesco a trattenere, nella memoria, solo le cose semplici. Un'altra cosa che mi piace, di questo breve componimento è la leggerezza. Saper dire le cose importanti con leggerezza è davvero un'arte da imparare, altrimenti si rischia di diventare pedanti e ripetitivi, come forse sono io, scrivendo così tanto su questo blog. Cristina