18 settembre 2008

perchè lo faccio?

Non doveva essere un nuovo post, ma il commento a “Le domande inutili”. Ho optato per questa soluzione per dare maggiore visibilità ad alcune considerazioni sul “perché lo faccio?”, tema centrale della riflessione di Cristina, sia in riferimento al servizio, che alla costruzione del blog. E se anche queste cadranno nel vuoto, pazienza. Con riferimento al servizio le motivazioni possono essere di ordine etico, o estetico. Le prime si richiamano al dovere, alla morale, al senso civico, alla dottrina religiosa; le seconde hanno a che fare con il piacere, la gratificazione, la pace interiore, l’amore. Cristina dice: “il greco mi piaceva più di tutte le altre materie”. Quale risposta migliore di quel “mi piace farlo” per motivare il proprio servizio? Nessuno ci costringe, anche se saper dire di no implica coraggio. Nel “mi piace farlo” ci stanno anche i momenti di noia, di stanchezza, di tristezza, di insofferenza, a volte. Situazioni contingenti che vanno messe in conto ed accettate, magari calandosi sul viso una maschera perché l’altro non ne resti turbato. Anche la fedeltà al blog deve avere alla base il piacere, ma se “quasi nessuno legge” è assimilabile al prestare il servizio in assenza dell’assistito, ecco che allora subentra l’impegno verso se stessi al “limite delle proprie (e le tue sono tutt’altro che scarse) capacità”, ricercando la leggerezza, la rapidità, l’esattezza, la visibilità, la molteplicità ed io aggiungo la sincerità e la passione, perché ad essere “under construction” non è solo questo blog, ma la nostra mente. Gianpietro

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