19 gennaio 2012

La materia

“Così ho scoperto il gusto del lavar la biancheria sporca. Non avendo la corrente elettrica non ho la lavatrice e debbo farlo a mano. Ma forse proprio questa manualità stabilisce tramiti più diretti tra me e le cose. […] Certo per coglier la bellezza delle cose e dei processi che le modificano, le rigenerano e le pongono al nostro servizio, occorre un occhio attento e amoroso; e una grande riserva di stupore. Ma se riusciamo a ricreare questa verginità di sguardo, allora ogni lavoro ha il suo sapore, il suo gusto, la sua materia da plasmare con la mente, la fantasia, le mani.” (da Un eremo non è un guscio di lumaca di Adriana Zarri). Quante volte, guardando la vita degli altri, l’abbiamo commiserata o invidiata, giudicandola superficialmente, secondo la ristrettezza delle nostre categorie mentali. Poi, svolgendo un servizio o semplicemente stando vicino a persone malate o addirittura morenti, ci siamo sorpresi, scoprendo che le persone non soffrono o non sono felici secondo condizioni prestabilite, ma in modo misterioso. Anni fa, ebbi un incidente in macchina e mi ruppi una gamba. In ospedale, dividevo la stanza con una signora molto anziana, che era stata completamente ingessata e rimpiangeva la sua vita piena e felice di casalinga, ricordando come le piacesse pulire la casa e fare tutti quei lavori che la mia generazione è stata ben contenta di non fare, preferendo la carriera professionale. Adesso, che sono praticamente agli arresti domiciliari, per la malattia di mia madre, scopro la bellezza di alcuni lavori, che non ho quasi mai fatto o fatto solo occasionalmente: cucinare, pulire, stirare, fare la spesa. Come dice Adriana Zarri, scrittrice, giornalista e teologa, che visse buona parte della sua vita in disparte, quello che è sbagliato, spesso, è il rapporto che abbiamo con le cose, non il lavoro stesso, perché ogni lavoro può essere bello, se guardato con “occhio attento e amoroso”. E’ il contatto con la materia, della quale siamo impastati, e che per troppo tempo abbiamo disprezzato. Cristina

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