18 gennaio 2012

In famiglia

Sono più che convinta che l’uomo sia nato per vivere in relazione, ma gli unici legami in cui credo sono quelli che hanno una base culturale o di pensiero comune, mentre non credo molto ai legami di sangue, essendo le parentele più che altro casuali. Nonostante questo, è indubbio che ci siano per tutti invece delle responsabilità ben precise o doveri. Questi però hanno il brutto vizio di opprimerci e di ridurre la nostra libertà. Come conciliare allora il sacrosanto diritto alla nostra felicità personale con la responsabilità? Penso che il lungo cammino per diventare adulti non possa che scontrarsi continuamente con questo dilemma, al quale, nel corso della nostra vita, daremo risposte diverse e a seconda di come sapremo affrontarlo proveremo gioia o dolore, senso di schiavitù o di libertà. Ho cominciato a scrivere su questo blog perché svolgevo un servizio di volontariato per EmmauS che adesso, dopo dodici anni, ho dovuto lasciare, per assistere mia madre, che vive con me ed è anziana e ammalata. Per i genitori anziani ci sono diverse possibilità e generalmente si lascia scegliere a loro. Mia madre ha scelto di vivere con uno dei due figli e avendo mio fratello una famiglia numerosa è apparso naturale che venisse a vivere con me, che vivevo da sola. Un anziano che entra in casa cambia sempre la vita delle persone e delle famiglie e la mia è cambiata tanto, ma per certi versi è cambiata in meglio, perché non mi affanno più in mille attività, ma mi concentro, soprattutto negli ultimi tempi, solo su questa, a parte il lavoro, naturalmente, nel quale però ho imparato a delegare e a uscire a orari regolari. Il resto del tempo lo passo per lo più a casa e lo dedico al lavoro domestico, alle letture, ai blog, alle relazioni con gli amici a distanza. Una vita molto diversa da quella che ho sempre fatto, ma ugualmente una vita felice e questo lo devo soprattutto alla comprensione e all’affetto degli amici, quelli di sempre, e quelli nuovi che ho conosciuto sul web, e poi di persona. La mia non è che una delle tante risposte al dilemma che ponevo all’inizio, ma ce ne saranno anche tante altre tra i lettori di questo blog, che mi piacerebbe conoscere. Cristina

2 commenti:

Maria Maddalena ha detto...

Felicità e responsabilità si conciliano quando si comprende che non si può essere felici se chi ci è attorno non lo è.
Per fare un semplicissimo esempio... desidero da sempre fare un viaggio in Messico. Siamo in quattro in famiglia e non ce lo possiamo permettere. Potrei partire da sola, coronerei un mio sogno, dovrei essere felice ma lo sarei sapendo che chi ho lasciato a casa non lo è perchè sente la mia mancanza? Va beh... ci facciamo una scampagnata in riva al Tanaro e siamo felici tutti e quattro, meno che se fossimo in Messico, ma almeno condividiamo tutti lo stesso sentimento!

Cristina ha detto...

Condivido in pieno il tuo discorso che però, a mio avviso, vale se limitato all'ambito della coppia o dei figli. Ma non sono così sicura che non possiamo essere felici sapendo, per esempio, che i nostri vicini di casa non lo sono o non lo sono i nostri amici o non lo sono certi parenti o altri familiari meno diretti. Può capitare nella vita di doverci occupare di persone con le quali prima non avevamo un buon rapporto e allora non è così scontato che non saremmo più felici se potessimo liberarci di questa responsabilità.