29 marzo 2009

Conflitto interiore

Sto leggendo in questi giorni "Le quattro casalinghe di Tokyo" di Natsuo Kirino. Probabilmente, non avrei nemmeno saputo di questo libro, se non fosse stato scelto, come libro del mese, da un gruppo di lettura web, al quale ho aderito recentemente. Il pregio di questo libro è quello di portare il lettore là, nei luoghi dove la scrittrice ha collocato la sua storia e di fargli vivere le emozioni dei personaggi. A me ha ricordato il conflitto di sentimenti che una volontaria ci raccontava aver vissuto nella sua famiglia, fin dall'infanzia, con una madre inferma, che soffriva anche di depressione. Le protagoniste di questo romanzo sono operaie in una fabbrica di confezionamento del cibo e fanno un lavoro notturno, durissimo, ma ben pagato. Alla fine del loro turno di lavoro, tornano a casa dove le aspettano mariti violenti, figlie capricciose ed egocentriche, suocere inferme da curare, nel totale disinteresse del resto della famiglia. Non sono solita chiosare i libri, nemmeno quando sono miei, ma in questo non ho potuto fare a meno di scrivere a margine giudizi, commenti ed epiteti riferiti ai personaggi negativi. Mi ha totalmente catturato la vicenda di Yoshie, la più anziana delle quattro, la più forte e abile sul lavoro, al punto che le altre la chiamano, un po' ironicamente, "maestra". Yoshie è vedova e vive con la figlia Michi adolescente e la suocera, che da alcuni anni non si alza dal letto, per le conseguenze di una paralisi. "Yoshie aveva dimenticato il modo odioso in cui l'aveva trattata nei primi tempi del suo matrimonio. Ora era soltanto una povera vecchia indifesa che non sarebbe riuscita a sopravvivere senza il suo aiuto. Senza di me non ce la farebbe. Questo pensiero era una ragione di vita per Yoshie (...) Non voleva riconoscere che nessuno era disposto ad aiutare lei, non avrebbe potuto sopportarlo (...) in tal modo aveva finito col fare della fatica la regola suprema della propria vita". La suocera, nei primi tempi della sua malattia, era diventata mansueta e gentile, per necessità, poi però era tornato a prevalere il suo vero carattere dispostico ed egocentrico ed aveva ripreso a maltrattare la nuora e ad essere sempre più esigente e ad accusarla di fare apposta a ripondere così lentamente alle sue richieste. "Ti sbagli", rispose Yoshie provando per un attimo la tentazione di ucciderla. Che si pigliasse pure il raffreddore. Che bello sarebbe stato se si fosse presa una polmonite e fosse morta. Ma come al solito Yoshie la zelante soffocò subito i propri sentimenti. Che orrore! Augurare la morte a uno che ha bisogno di aiuto". Cristina

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