Negli ultimi tempi si parla molto di testamento biologico e un certo buon senso mi dice che si tratta di una cosa davvero importante e necessaria. Ma se provo a domandarmi quando, secondo me, incomincia e finisce la vita, scopro che non sono certa di saperlo. Un giorno, commentando con la persona da cui vado per il servizio EmmauS la vicenda di un noto personaggio, arrivato ormai alla fine dei suoi giorni, e gli sforzi che i medici facevano per salvarlo, io dissi che, in quelle condizioni, certamente avrei preferito morire. A quella frase, per me così scontata buttata lì con poca delicatezza, lei reagì dicendo: “Quando si è sani, se ne dicono di cose …” . Presi coscienza, in quel momento, di quella vita concentrata quotidianamente nello sforzo di riuscire a respirare in modo autonomo, di tutti gli esercizi che facevamo insieme unicamente per quello scopo, una vita che per lei non era poi tanto diversa da quella di chi si allena tutti i giorni per scalare gli 8 mila metri senza ossigeno.“Rabbì Johanan disse: Tre chiavi il Santo, il Signore - benedetto egli sia - ha tenuto nelle Sue mani e non le affidate alla mano di nessun altro inviato: la chiave della pioggia, la chiave della nascita e la chiave della risurrezione dei morti”. Dalla raccolta del Talmud. Cristina



