21 marzo 2011

... ed è solo lunedì

Chissà perchè devo ficcarmi sempre in situazioni simili. E' sempre così: sono la persona sbagliata nel posto sbagliato! Sono astemia e allergica alle nocciole e vivo circondata da vigneti nella patria del buon vino e... della nutella. Detesto lo shopping e non mi è mai interessata la moda e mi ritrovo a lavorare circondata da pizzi e merletti, a dover chiacchierare frivolmente con annoiate clienti sui colori di tendenza di questa primavera-estate o su quale sia il tessuto migliore per realizzare il cappottino di Filippo (che non è propriamente il figlio della cliente, quanto piuttosto il suo cane...). E ora questo. Mi trovo a scrivere sul blog creato da Gianpietro... io, che non ho mai amato scrivere, che mi facevo venire le coliche ogni volta che a scuola mi ritrovavo davanti ad una pagina bianca da dover riempire durante un compito in classe; io, che non ho mai svolto servizi di volontariato con persone in difficoltà, e l'unica "assistenza domiciliare" che porto avanti è quella della visita settimanale a mia nonna che, nonostante i suoi 87 anni, riesce sempre a ribaltare la situazione e a far sì che sia lei a fare "assistenza" a me, e non viceversa!! Ho chiesto a Gianpietro: "Cosa posso mai scrivere io nel tuo blog?". Mi ha risposto: "Scrivi quello che vuoi".
Bene. Penso che chiunque stia leggendo questo post abbia ormai capito che sto decisamente abbassando il livello delle erudite conversazioni che si sono susseguite negli anni passati. Non posso e non sono in grado di far altro che scrivere semplicemente qualcosa che riguarda il mio vissuto. Iniziamo allora dalla figuraccia che mi sono fatta questa mattina con una cliente. Entra in negozio una signora che non avevo mai visto prima. Non risponde al mio saluto ("Iniziamo bene", mi dico). Mi si avvicina un po' intimidita, con gli occhi bassi, e con i suoni gutturali propri dei sordomuti mi dice di aver bisogno di far riparare un abito. Ecco perchè non aveva risposto al mio saluto, non mi aveva sentita. Fortunatamente anni fa ho avuto modo di frequentare alcune persone sordomute e quindi non ho difficoltà a capirla e a farmi capire. La cliente lo intuisce presto e ne approfitta per lasciarsi andare a far quattro chiacchiere (mi ha raccontato una buona metà della sua vita!). Quando finalmente siamo riuscite a tornare al motivo della sua visita e a terminare la prova dell'abito, con estrema naturalezza le ho chiesto (come faccio con tutte le clienti) il numero di telefono in caso avessi avuto bisogno di contattarla. Lei spalanca gli occhi e mi dice: "Ma se tanto non sento!" ... sono letteralmente sprofondata sotto il bancone ("... ed è solo lunedì", mi son detta). Quando sono riuscita a trovare il coraggio di risollevare lo sguardo per scusarmi della mancanza di sensibilità dimostrata, mi sono ritrovata davanti alla cliente che sorridendo divertita mi stava dicendo: "La telefonata non la sento ma i messaggi li leggo. Le lascio il mio numero di cellulare". Probabilmente la nostra conversazione si era svolta con tanta naturalezza da avermi indotta a dimenticare di trovarmi di fronte ad una persona, come va di moda dire oggi, "diversamente abile". E sembra che lei abbia apprezzato quella che a me, in un primo momento, è sembrata solo una mancanza di sensibilità nei suoi confronti. Maria Maddalena

2 commenti:

Gianpietro ha detto...

grandissima Maria Maddalena !!!
Benvenuta nel club.
Ti ho immaginata al banco mentre ascolti la cliente che "ne approfitta per far quattro chiacchiere" e "raccontare metà della sua vita". La sostanza sta tutta lì. Forse lo hai scritto senza nemmeno pensarci perchè ti è parso naturale che quei "suoni gutturali" non fossero niente di diverso rispetto alle chiacchiere se si è soliti fare. Fossimo tutti capaci di avere un analogo atteggiamento !!!

Maria Maddalena ha detto...

No... in effetti non ci avevo pensato. Bella la foto... mi ricorda qualcosa! :)