
... L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti ...
tiepidi
… Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca ...
ignavi
Questo misero modo
tengon l'anime triste di coloro
che visser sanza 'nfamia e sanza lodo
misericordia e giustizia li sdegna:
non ti curar di lor, ma guarda e passa".
Da Gramsci a Dante passando per l’Apocalisse (nell’elenco dei “links utili” trovi il collegamento ai testi completi). Sono alcune citazioni, penso note, che invitano all’impegno individuale e sociale (la citazione del brano dell’apostolo Giovanni appare forzata se si esamina il testo alla lettera, ma diamo per buona l’interpretazione corrente).
Il dibattito è aperto e non ne dò per scontato l’esito. Esiste l’ineluttabilità del destino? C’è una predestinazione che impedisce la modifica di quanto starebbe già scritto nel libro della vita? Ho uno straccio di vita da percorrere: a che pro dannarmi per cambiarla, per imporre agli altri le mie scelte, per impedire che i voleri degli altri mi coinvolgano? Non è meglio cogliere l’attimo, godere di quello che si ha e lasciare che la vita ci scorra addosso senza intaccarci e facendoci soffrire il meno possibile? Seguire il corso della corrente, lasciarsi trasportare, passare inosservati. Ricercare altre vie che non richiedano la “moneta di Cesare”? «Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite» scriveva Etty Hillesum, mentre la portavano nel forno crematorio. Anche nella condizione più disperata essere quindi parte attiva, impegnati in ciò in cui si crede al di là dell’assurdità del contesto? Scendere nell'arena politica, issare il vessillo del bene comune, essere genitori anche dei figli degli altri, parteggiare e lottare per imporsi. Credere veramente in un mondo migliore, fatto di gente moralmente onesta. Impegnarsi solo in ciò che può cambiare il mondo o seguire il consiglio di Madre Teresa di Calcutta: "Fai la cosa che ti sta davanti"? Morire da partigiano, o vivere da imboscato?
In attesa di decidere ti guardi attorno e ti accorgi che sei dentro a un sogno, paradossale, nel quale ti credi l’unico sano in un mondo di ciechi. La corda che ti lega a loro ha un nodo troppo stretto per riuscire a scioglierlo e nel sogno inventi una macchina della verità che non può essere manomessa. La inserisci nel cervello di ogni individuo e questa ti segnala quando mentono, agli altri come a se stessi. Sono costretti a dire non quello che si sono imposti essere la verità, ma quello che sanno essere la verità. Per ora la macchina non va oltre. Devi ancora fare molti sogni per perfezionarla, per farli passare dall’ammettere di aver rubato al pentirsi di averlo fatto, fino al promettere di non farlo più. Per ora, ogni mattina, al risveglio, ti rendi conto che il nome di quella macchina è ancora kalasnikov e non riesci a trovarne uno migliore. Gianpietro