tag:blogger.com,1999:blog-6353731825842167998.post3786259124830920425..comments2022-03-24T12:45:51.030+01:00Comments on EmmauS: Le famiglie infeliciUnknownnoreply@blogger.comBlogger14125tag:blogger.com,1999:blog-6353731825842167998.post-23849763195861140302008-10-03T16:16:00.000+02:002008-10-03T16:16:00.000+02:00La seconda considerazione sul concetto di “conosce...La seconda considerazione sul concetto di “conoscenza” e “normalità” non sono certa sia così necessaria, perché ho capito il senso con cui è stato fatto il richiamo a considerare normali la malattia, il disagio, e il conflitto e anche il commento che avverte che le dinamiche di una famiglia non sono sempre immediatamente comprensibili, e lo condivido. Sento che, forse, questo commento è superfluoCristinahttps://www.blogger.com/profile/01738510727864557871noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6353731825842167998.post-1389777836458306782008-10-03T10:43:00.000+02:002008-10-03T10:43:00.000+02:00Una precisazione è doverosa. La normalità si rifer...Una precisazione è doverosa. La normalità si riferiva alla non competenza, mia in questo caso, e non ad una presunta superiorità. La psicologia è di grande aiuto a tutti, in alcuni casi con un po' più di urgenza. Nella divisione di oncologia dell'ospedale, a chi inizia una terapia, viene dato un foglio verde con tutte le istruzioni, e il numero di telefono di una psicologa, a cui il malato e la Cristinahttps://www.blogger.com/profile/01738510727864557871noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6353731825842167998.post-12596381034823719282008-10-02T21:58:00.000+02:002008-10-02T21:58:00.000+02:00L’assistenza offerta da un volontario, almeno al n...L’assistenza offerta da un volontario, almeno al nostro livello, non è che una goccia versata nel mare dei bisogni e grave forma di superbia sarebbe la presunzione di saper leggere i delicati equilibri ed i vissuti delle famiglie presso le quali spendiamo le nostre due ore settimanali. Certo, da esterni abbiamo, forse, il vantaggio di leggere le situazioni senza venire condizionati dal contesto, Gianpietrohttps://www.blogger.com/profile/08121955582554830704noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6353731825842167998.post-11192519278706490232008-10-02T20:56:00.000+02:002008-10-02T20:56:00.000+02:00Come un lampo mi balenano delle domande "ma cosa è...Come un lampo mi balenano delle domande "ma cosa è una relazione normale?" "come facciamo ad affrontare la malattia se non la contempliamo già nella normalità?" "da cosa ci hanno insegnato a fuggire?" .<BR/>Penso che entrare in un equilibrio impostato su altri "binari"che abbiamo già deciso che non sono normali (disagi,conflitti malattie ) sia una situazione molto pericolosa e degna sempre di Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6353731825842167998.post-69053671670921996032008-10-02T18:05:00.000+02:002008-10-02T18:05:00.000+02:00I temi trattati in questo post e nei commenti a co...I temi trattati in questo post e nei commenti a corollario rappresentano un punto centrale sia nel ruolo del volontario, sia, più in generale, nel clima di tolleranza, se non di reciproco amore, che si vorrebbe trovare instaurato tra i componenti lo stesso nucleo. Vi possono essere mille ragioni perché ciò non avvenga e la ricerca di una causa, o di un colpevole, è sforzo inutile oltre che Gianpietrohttps://www.blogger.com/profile/08121955582554830704noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6353731825842167998.post-1940179006370123052008-10-02T15:01:00.000+02:002008-10-02T15:01:00.000+02:00La cosa che mi sconcerta in questa situazione, è c...La cosa che mi sconcerta in questa situazione, è che il malato sembra cercare il conflitto. Nella mia famiglia, come in molte, il conflitto era il pane quotidiano, ma si mettevano in atto accorgimenti per evitarlo: mia madre mi diceva di non dire certe cose a mio padre, per non farlo arrabbiare; lei taceva di certe spese, per le quali lui si sarebbe irritato; mio fratello taceva delle sue Cristinahttps://www.blogger.com/profile/01738510727864557871noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6353731825842167998.post-39557171177718057082008-10-01T23:48:00.000+02:002008-10-01T23:48:00.000+02:00ho seguito l'evoluzione dei commenti e, davvero di...ho seguito l'evoluzione dei commenti e, davvero diventa difficile non intervenire,almeno sui temi che mi risuonano e toccato nel vissuto.<BR/>in passato ho avuto modo di incontrare situazioni di disagi famigliari dove la disabiltà dell'uno sconfinava nella libertà mortificata dell'altro, ruolo ricoperto spesso dalla donna/madre tenuta culturalmente alla cura.<BR/>(e gia sulle differenze di Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6353731825842167998.post-81102712732030485002008-09-30T10:31:00.000+02:002008-09-30T10:31:00.000+02:00Capisco il tuo punto di vista, che come spettatore...Capisco il tuo punto di vista, che come spettatore è anche corretto. Però, chi subisce il male deve trovare il modo di andare verso un atteggiamento il più possibile sereno, nei confronti della vicenda che lo ha ferito. Nel caso dell'ammalato e del familiare, fino ad ora abbiamo assistito ad uno schieramento, chi da una parte chi dall'altra. Credo sarebbe opportuno un aiuto esterno, competente, Cristinahttps://www.blogger.com/profile/01738510727864557871noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6353731825842167998.post-85662713521841791312008-09-28T23:04:00.000+02:002008-09-28T23:04:00.000+02:00La letteratura ci sguazza con episodi simili a que...La letteratura ci sguazza con episodi simili a quello che descrivi. Spero di non toccare tasti troppo personali, ma la definizione di "piccola esperienza" mi fa supporre che la narrazione sia realmente in terza persona. Se così non fosse ti chiedo scusa sin d'ora, ma quello che hai descritto è proprio uno di quei tentativi di condizionamento (direi un vero e proprio caso di violenza verso gli Gianpietrohttps://www.blogger.com/profile/08121955582554830704noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6353731825842167998.post-26496396880199893802008-09-28T08:32:00.000+02:002008-09-28T08:32:00.000+02:00Io ho una piccola esperienza personale, che mi ha ...Io ho una piccola esperienza personale, che mi ha fatto capire che non sempre siamo realmente connessi con quanto l'altro ci sta chiedendo. Un uomo, dopo molti anni di matrimonio, disse alla moglie che voleva andarsene. Si erano sposati molto giovani, il loro matrimonio era stata un'esperienza meravigliosa, ma adesso sentiva il bisogno di essere libero, e ritrovare quella identità che, nel Cristinahttps://www.blogger.com/profile/01738510727864557871noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6353731825842167998.post-78226798628889928442008-09-28T08:10:00.000+02:002008-09-28T08:10:00.000+02:00Nel caso specifico, sono entrambi che hanno bisogn...Nel caso specifico, sono entrambi che hanno bisogno di aiuto psicologico per vivere meglio questa situazione. L'ammalato rimprovera in continuazione l'altro, perché non si prende cura di lui in modo adeguato, e la notte, fa finta di dormire, e non accorre subito, quando lo chiama dall'altra stanza. Il familiare, quando sono soli, lo accusa di rovinargli la vita e dice che, ormai, gli suscita Cristinahttps://www.blogger.com/profile/01738510727864557871noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6353731825842167998.post-873870565054800262008-09-27T23:29:00.000+02:002008-09-27T23:29:00.000+02:00In effetti molte delle cose che ci capitano non si...In effetti molte delle cose che ci capitano non siamo noi a volerle. Molte, ma non tutte. Il nostro ruolo è, sia quello di orientare gli accadimenti nella giusta direzione (se guido da ubriaco, o se nel costruire una casa utilizzo sabbia al posto del cemento, o se diffondo sostanze cancerogene ... e via di questo passo ... sono direttamente responsabile dei danni che ne derivano), sia quello di Gianpietrohttps://www.blogger.com/profile/08121955582554830704noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6353731825842167998.post-43840490127647439312008-09-27T21:14:00.000+02:002008-09-27T21:14:00.000+02:00Quello che ci succede nella vita non lo decidiamo ...Quello che ci succede nella vita non lo decidiamo noi. Se ti capita in casa un malato, l'unica cosa da fare è cercare tutto l'aiuto possibile, per affrontare bene la situazione. Che alternative ci sono? Tanta gente abbandona la moglie, il marito, i figli, i genitori, io non lo farei mai, non riuscirei nemmeno a pensarlo. Non mi sembrerebbe nemmeno una scelta, ma, piuttosto, una fuga. Sul fatto Cristinahttps://www.blogger.com/profile/01738510727864557871noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6353731825842167998.post-78669285083146014102008-09-27T18:18:00.000+02:002008-09-27T18:18:00.000+02:00Non ti sembri, né strano, né provocatorio, ma, ist...Non ti sembri, né strano, né provocatorio, ma, istintivamente, mi schiero dalla parte del familiare "... sul quale grava maggiormente il carico dell'assistenza ... (in una) situazione che dura ormai da molti anni ...". A quanti capita di "sclerare" per molto meno? Concordo sull'esigenza di un sostegno psicologico a domicilio, ma, andando oltre il caso specifico, mi chiedo con quale diritto ci Gianpietrohttps://www.blogger.com/profile/08121955582554830704noreply@blogger.com